Da un pò di tempo nel mondo delle suite per il BPM si stanno susseguendo una lunga serie di acquisizioni. Se da una parte tale fermento può essere visto come un buon segno dall\'altra diventa pericoloso scegliere su quale vendor orientarsi. Ma esiste già una possibile cura alla malattia...
Chi opera in settori legati al BPM nell'ultimo periodo ha avuto modo di assistere ad una marea di acquisizioni ad opera di società che sicuramente vedono elevate possibilità di fare business attraverso il BPM stesso (vedi immagine).
Ovviamente la cosa apparentemente non può che dare soddisfazione, poichè si ha così conferma che le proprie scelte sono condivise sempre da più operatori del settore. Il rovescio della medaglia lo si ha per chi consiglia (fa consulenza) o gli spetta l'onere di decidere cosa comprare.
Infatti il limite sta nella consapevolezza che la scelta della suite a cui fare riferimento diventa sempre più ardua. Per i CIO il rischio è quello di appoggiarsi su una piattaforma che rischia nel miglior caso di diventare legacy (anche se con il mantenimento del supporto) ma nel peggior caso di pagare una prematura obsolescenza. Sappiamo che una migrazione comporta sempre lunghi investimenti di tempo e risorse, nonchè elevati periodi di parallelo proporzionali a quanto realmente radicata sia la metodologia BPM nel nostro business. D'altro canto pure il mantenimento all'interno della propria infrastruttura di una suite "datata" (non per vetustà ma per mero business) comporta spese e difficoltà di estensione della stessa: una simile mancanza di scalabilità si paga in molti modi!!!
E' per questo che l'identificare nel panorama BPM un prodotto "platform indipendent", cioè che non richiede una tecnologia specializzata e brandizzata per girare, viene visto dai CIO e dai consulenti come la luce di un faro mentre si è in mezzo al mare. Ovviamente il prodotto è il faro, poi l'ingresso in porto è ad opera dell'azienda che lo utilizza!
Sto parlando di un prodotto tutto italiano ma più diffuso all'estero che nel nostro territorio:WebRatio (www.webratio.com) .
Infatti il limite sta nella consapevolezza che la scelta della suite a cui fare riferimento diventa sempre più ardua. Per i CIO il rischio è quello di appoggiarsi su una piattaforma che rischia nel miglior caso di diventare legacy (anche se con il mantenimento del supporto) ma nel peggior caso di pagare una prematura obsolescenza. Sappiamo che una migrazione comporta sempre lunghi investimenti di tempo e risorse, nonchè elevati periodi di parallelo proporzionali a quanto realmente radicata sia la metodologia BPM nel nostro business. D'altro canto pure il mantenimento all'interno della propria infrastruttura di una suite "datata" (non per vetustà ma per mero business) comporta spese e difficoltà di estensione della stessa: una simile mancanza di scalabilità si paga in molti modi!!!
E' per questo che l'identificare nel panorama BPM un prodotto "platform indipendent", cioè che non richiede una tecnologia specializzata e brandizzata per girare, viene visto dai CIO e dai consulenti come la luce di un faro mentre si è in mezzo al mare. Ovviamente il prodotto è il faro, poi l'ingresso in porto è ad opera dell'azienda che lo utilizza!
Sto parlando di un prodotto tutto italiano ma più diffuso all'estero che nel nostro territorio:WebRatio (www.webratio.com) .
Consideriamo che WebRatio è stato utilizzato proficuamente da Acer per ben 10 anni:
Perchè l'ho definito "platform indipendent"? Perchè WebRatio ha il vantaggio di produrre del codice partendo da diagrammi BPM, il quale può girare su un qualunque application server, nonchè sfruttare infrastrutture generiche e non specializzate. Vi sembra poco? A me no!
Ecco perchè ci siamo decisi di provare il prodotto. Dopo una prima brevissima fase di micro-test interni, a dire il vero molto brevi, abbiamo deciso di passare alla seconda fase: sperimentare WebRatio in un caso di studio reale , parallelamente ad un altro prodotto da noi ben conosciuto (Bizagi), implementando una piccola porzione del progetto (ma pur sempre mappata nel mondo reale) che non verrà rilasciata ma che ci consentirà di fare stime sugli impatti che l'utilizzo di tale prodotto può avere. Parlo ovviamente di impatti sulla curva di apprendimento per utilizzarlo, sul rapporto costo/benefici, sull'efficienza e non per ultimo sul ROI.
Ricordo a tal proposito la famosa piramide che lo stato dell'arte del Project management da come letteratura consolidata:
Ecco perchè ci siamo decisi di provare il prodotto. Dopo una prima brevissima fase di micro-test interni, a dire il vero molto brevi, abbiamo deciso di passare alla seconda fase: sperimentare WebRatio in un caso di studio reale , parallelamente ad un altro prodotto da noi ben conosciuto (Bizagi), implementando una piccola porzione del progetto (ma pur sempre mappata nel mondo reale) che non verrà rilasciata ma che ci consentirà di fare stime sugli impatti che l'utilizzo di tale prodotto può avere. Parlo ovviamente di impatti sulla curva di apprendimento per utilizzarlo, sul rapporto costo/benefici, sull'efficienza e non per ultimo sul ROI.
Ricordo a tal proposito la famosa piramide che lo stato dell'arte del Project management da come letteratura consolidata:
Di certo a breve vi forniremo i nostri pareri e le nostre considerazioni, magari con un piccolo esempio sonda che avvalori (o almeno accompagni) le nostre affermazioni. Il bello di essere anche noi una società "platform indipendent" ci permette di valutare nuovi prodotti e di poterne parlare onestamente e in modo assolutamente trasparente.
Non vi nascondo che l'averci giochicchiato mi ha già anticipato una sensazione squisitamente proficua.
Non vi nascondo che l'averci giochicchiato mi ha già anticipato una sensazione squisitamente proficua.
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